Alle 5 del mattino, fuori dall’ostello in Cappadocia, tutto tace.
Solo alcune galline, particolarmente mattiniere, razzolano nella strada deserta in cerca di cibo.
Dopo qualche minuto, mi raggiunge un ragazzo dai tratti asiatici che poco dopo scoprirò essere di Kyoto.
“Anche tu aspetti il pulmino che ti passi a prendere?” “Sì, ho prenotato (in anticipo on line) quest’attività, sono molto curiosa.” Rispondo.
Dopo qualche minuto in effetti, nel buio del primo mattino, scorgo i fari del pulmino che mi porterà a sorvolare la Cappadocia in mongolfiera al sorgere del sole.
Il silenzio e la Cappadocia
Per chi non la conoscesse (ma se stai leggendo questo articolo molto probabilmente stai organizzando un viaggio in questa regione), la Cappadocia è una storica regione della Turchia.
Situata all’interno del distretto dell’Anatolia centrale, in una regione quasi al confine con l’Armenia e la Syria, la Cappadocia fu per millenni crocevia commerciale e di invasioni di popoli stranieri.
Gli Assiri, la civiltà Ittita, i Greci di Alessandro Magno, i Romani, i Persiani e i Bizantini furono alcune delle civiltà che la abitarono e che la resero così ricca di storia ai nostri occhi moderni.
Oltre ad un impressionante patrimonio archeologico, la Cappadocia è famosa ai più per la sua conformazione geologica.
I “Camini delle fate” sono delle piramidi in pietra vulcanica che si innalzano dal terreno arido come tanti pungiglioni puntati al cielo. Proprio per questo il parco nazionale di Göreme, è divenuto patrimonio UNESCO dal 1985.
E’ possibile addirittura dormire all’interno dei magici Camini, noi l’abbiamo fatto ed è stata un’esperienza sorprendente!
Capirete bene quindi che ammirare il sorgere del sole planando dolcemente sopra queste uniche creazioni naturali è un’esperienza di quelle che rimangono tatuate nella mente per sempre.
La Cappadocia in mongolfiera: i preparativi
Il pulmino che mi aveva caricato alle prime luci dell’alba (le 4 del mattino) davanti all’ostello mi porta in un grande piazzale isolato, dove alcune persone sono intente ad accendere i bruciatori delle mongolfiere. Ce ne sono diverse, 4 o 5, tutte sgonfie ma già stese sul terreno.
Ci sono persone da ogni parte del mondo che attendono come me di poter salire sulle navicelle. L’aria è frizzante e benché sia metà Agosto ci si scalda saltellando sul posto.
Poco lontano, su un tavolino da campeggio, caffè e biscotti sono a disposizione per tutti. Ne approfitto, un po’ per riscaldarmi e un po’ perché non ho fatto ancora colazione, e poi sono sola, è anche un buon modo di attaccare bottone con qualcuno.
Finiti i preparativi, quando il fuoco ha riempito d’aria calda le mongolfiere, veniamo divisi in gruppi e accompagnati nelle rispettive navicelle. Ogni cesto è diviso in quattro scomparti, dove stanno circa 3/4 persone. Io finisco insieme a due ragazze francesi e ci apprestiamo ad ascoltare la breve formazione del pilota.
Ci viene infatti spiegato quale sarà l’itinerario, che combacerà con il sorgere del sole e ci viene fatto un breve vademecum su come comportarsi in caso di problemi. I problemi possono essere principalmente legati alla perdita di quota della mongolfiera, magari nel caso ci si toccasse con un altra. Il cielo sarà infatti costellato di mongolfiere e che al richiamo di “landing position” sarà opportuno piegare le gambe per scongiurare il più possibile problemi alla spina dorsale nel caso di discese repentine.
Ovviamente sono informazioni obbligatorie per la sicurezza, ma in linea di massima il volo in mongolfiera è un’attività sicura.
La Cappadocia in mongolfiera: il volo
Prendiamo poi il volo.
Il sole di una bellissima giornata inizia a fare capolino tra i camini delle fate.
C’è silenzio. Neanche chi si conosce parla tra loro. Ognuno a suo modo interiorizza l’esterno e gli occhi dei più ingordi strabuzzano davanti a tanta bellezza.
Volteggiamo su e giù tra le formazioni rocciose insieme ad un centinaio e più di altre mongolfiere che come noi sorvolano il cielo.
Si sente solo il fuoco sapientemente domato dal pilota che apre e chiude il bruciatore per dosare l’aria calda all’interno del pallone.
Nel silenzio si ode persino il bruciatore delle altre mongolfiere.
Siamo in un tempo sospeso, lontano dall’oggi, dai doveri e dalla quotidianità.
Libriamo su e giù tra le conformazioni naturali, a volte lentamente a volte più velocemente, accarezzando i Camini delle fate.
Passa circa un’ora, e lentamente ci apprestiamo alla discesa, la nostra pilota ci accompagna con delicatezza a terra.
Scendiamo tutti frastornati ed ubriachi da tanta bellezza assorbita in un colpo solo. Certe scene bisogna centellinarle, i nostri occhi di città non sono pronti a tutto questo insieme.
Ci viene offerto un brindisi con dello spumante per festeggiare questa splendida avventura ed ognuno torna al proprio hotel.
Rimane una foto ricordo compresa nel prezzo e la conferma che svegliarsi alle tre e mezza del mattino è stata una scelta giusta (anche se appena sveglia me ne ero discretamente pentita).
Il costo non è particolarmente economico considerato il breve tempo in cui si sorvola la Cappadocia in mongolfiera, ma le emozioni che ogni minuto racchiude, valgono il prezzo.