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La Chapada Diamantina: l’altra faccia del Brasile

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Nel mio immaginario il Brasile si divideva in tre macro aree: le spiagge assolate con caipirinha a fiumi, l’Amazzonia con la sua natura dirompente e le favelas di Rio de Janeiro.
Il Parque Nacional da Chapada Diamantina ha stravolto tutti i miei pensieri.
E se, nel programmare il tuo viaggio in terra brasiliana, avessi dei dubbi se visitare questo angolo di Brasile un po’ fuori dagli itinerari più conosciuti, ti racconto la mia esperienza.
Un racconto di un viaggio fatto con due amiche.
Un’iniziazione.
Quattro giorni indimenticabili.

Primo giorno: arrivo nella Chapada Diamantina

E’ l’alba quando arriviamo a Lençois, dopo una lunga notte su un autobus che da Salvador de Bahia ci conduce nel parque nacional da Chapada Diamantina.

Lençois è la più bella tra le cittadine che si trovano nella Chapada ed è il miglior punto d'appoggio per esplorare il parco. Tra le sue vie acciottolate troverai edifici in stile coloniale dai colori più accesi che ospitano pousadas (locande) per ogni tipo di viaggiatore, ristorantini tipici e agenzie che organizzano trekking nel parco. Sai da cosa deriva il suo nome? La sua storia è legata la boom diamantifero della zona, quando i minatori si sistemavano in accampamenti di fortuna che in lontananza ricordavano le lenzuola stese al vento. Da qui il nome Lençois ovvero lenzuolo.

Ci rechiamo subito alla Pousada Dos Duendes, un albergo (ma poi si possono davvero chiamare alberghi? Esiste un corrispettivo in italiano per la Pousada?) poco lontano dalla fermata degli autobus. La proprietaria, Olivia Taylor, è una signora inglese trasferitasi qui molti anni prima che trasmette l’amore per il luogo anche con la sua agenzia viaggi interna, che organizza trekking ed escursioni di tutti i tipi.
Nonostante la notte in viaggio decidiamo di non fermarci. Posiamo gli zaini e prenotiamo subito l’escursione del giorno.

Poche ore più tardi siamo già sulla jeep che ci porta dentro il parco.

L’escursione ci porta subito al Morro Pai Inacio, un picco di 1120 m che offre una vista mozzafiato sulla valle. Dopo altri circa 15 minuti di jeep scopriamo il Poço do Diablo, una vasca naturale con una cascata che tuffa dentro acqua nerissima dove facciamo il bagno.
Non è vero.
Tutti hanno fatto il bagno ma io no.
L’acqua nera a causa dell’alta concentrazione di tannino al suo interno mi fa paura.
Ecco lo ammetto: ho paura di nuotare dove non vedo cosa c’è sotto!
Dopo aver invidiato i miei coraggiosi compagni di viaggio e atteso che si rinfrescassero in questo eden ci rimettiamo in strada.

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La cascata del Poço do Diablo

La nostra guida ci porta alla Gruta do Pratinha distante circa un ora d’auto. E qui non posso esimermi. Rinunciare a nuotare all’interno di una grotta è troppo. Ed è così che mi ritrovo con un caschetto con luce in testa a nuotare dietro ad una guida all’interno di una grotta. La grotta a tratti è molto bassa, e la guida ci segnala le stalattiti sul soffitto e…una marea di pipistrelli! Come se non bastasse la simpatica guida ci fa spegnere le nostre torce per concentrarci sul suono ovattato di questa grotta nell’acqua.
Con la jeep guidata dalla guida esperta facciamo un giro più lungo e chiudiamo la giornata specchiandoci nel blu del Poço Encantado, una grotta con acqua azzurro turchese. 

Torniamo alla pousada stanchissime ma felici. Il tempo di cenare in un ristorante del paese e sprofondiamo nel più profondo sonno.

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L’acqua turchese del Poço Encantado

Secondo giorno: visita alla Cochoeira de Fumaça

Il giorno successivo, ovvero il secondo dei tre giorni passati nella Chapada Diamantina, veniamo svegliate dai versi delle scimmie.
Dopo una lauta colazione a base di frutta e succhi fatti in casa (il succo di mango che ho bevuto qui è in assoluto il più buono del mondo!) dedichiamo interamente la giornata all’escursione verso la sommità della Cachoeira de Fumaça. 
Si tratta di una cascata con un salto di 420 m, la più alta del Brasile.
Per quest’escursione è necessario avere una guida e un po’ di allenamento in quanto ci si arriva con una camminata in salita di circa 6 km.
La vista dalla cima è incantevole e il salto della cascata è vertiginoso: una lingua d’acqua che scivola nel vuoto di una vastissima conca.

Con la jeep, percorriamo l’unica strada che ci riporta alla pousada che ormai è il crepuscolo.
Mentre assaporiamo l’aria che inizia ad essere frizzante e ci godiamo il panorama beh…si stacca una ruota dalla jeep e la vediamo roteare verso la boscaglia. Panico!
La jeep inizia a sbandare verso il dirupo alla nostra destra, ma fortunatamente l’autista ha sangue freddo e riesce a mantenere l’auto in carreggiata e fermarsi nonostante la ruota mancante.
Passiamo qualche ora cercando la ruota e valutando il da farsi.
Ovviamente sulla strada non passa nessuno ed i telefoni non prendono.
Sebbene sembri una scena di un film dell’orrore non esce nessun mostro dalla foresta e noi stranamente…la mettiamo sul ridere (forse pensando alla scampata morte) e troviamo nella boscaglia la ruota persa!
Con manovre degne di Mac Gyver, l’autista riattacca la ruota e lentamente ripartiamo. Non è ancora giunta la nostra ora!

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Manca qualcosa di importante?

Terzo giorno: saltelli verso la Cochoeira do Sossego

Il terzo giorno lo passiamo saltellando tra le pietre del letto asciutto di un fiume, circa 7 km in piano.
Lo chiamano “Stone Hopping” e si tratta realmente di saltare tra una pietra e l’altra in un letto di un fiume, talvolta completamente asciutto, talvolta con un po’ d’acqua nel suo percorso.
Arriviamo fino alla Cachoeira do Sossego, una cascata con una profonda vasca naturale davanti a sé.
Nella Chapada Diamantina la natura sembra non essere stata intaccata più di tanto dall’uomo ed esibisce così tutto il suo splendore incontaminato.
Anche qui la guida è d’obbligo, è pericoloso esplorare la zona da soli, perdersi è facile (i sentieri non sono segnalati come in Italia) e gli animali selvatici sono molti.
Ritorniamo a Lençois, dopo  un riposino, ceniamo in un tipico locale nel paese mangiando carne brasiliana e patatine fritte. Ce le meritiamo no?!

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Il letto del fiume dello Stone Hopping

Quarto giorno: l’addio alla Chapada Diamantina

Sveglie di primo mattino, il quarto giorno è il giorno dei saluti. L’autobus che ci porterà a Jericoacoara , la località di mare dove ci rilasseremo per un po’ di giorni ci aspetta.
Ma…mancano ancora tre ore circa e non vuoi concederti una passeggiata a cavallo nel parco della Chapada Diamantina?
E così seguiamo una guida che ci porta in un’escursione su sentieri del parco per poi arrivare in ritardo alla fermata dell’autobus.
Fu così che dobbiamo correre come Bolt per prendere l’autobus, e questo è solo perché non riuscivamo a perderci neanche un minuto senza vivere il meraviglioso parco della Chapada Diamantina in Brasile.

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Escursione a cavallo

La Chapada Diamantina, per me, è stata un’iniziazione ad una certa tipologia di viaggio. Il tipo di viaggio che non conta quanto vedi ma quanto vivi. E in quei 3 giorni nel parco ho vissuto forte.

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3 commenti

Eliana 20 Febbraio 2022 - 20:07

I parchi naturali così selvaggi e fuori dal comune fanno respirare una libertà mai prima conosciuta, una voglia di vivere irrefrenabile. Per me è stato così, anche io ho vissuto forte in Madagascar visitando i suoi parchi naturali. Ti devo ringraziare perché leggendo questo articolo mi hai fatto rivivere quelle esperienze.

Risposta
Serena 9 Ottobre 2024 - 9:46

Ciao,
Posso chiederti come hai fatto da Lençóis ad andare a Jericoacoara?
Grazie mille

Risposta
Anna 13 Ottobre 2024 - 14:48

Ciao Serena,
da Lençóis sono tornata in pullman fino a Salvador de Bahia e da lì ho preso un volo per Fortaleza. L’ultimo tratto invece con pullman fino a Jijoca e poi in jeep fino a Jericoacoara.
Sembra difficile ma non lo è, però se vuoi semplificare l’ultimo pezzo puoi affidarti ad agenzie come Civitatis che offre il transfer tra Fortaleza e Jericoacoara.
Spero di esserti stata d’aiuto e scrivimi pure per qualsiasi dubbio.
Buon viaggio!

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