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Salar de Uyuni in Bolivia. Come visitare il deserto di sale.

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Salar di Uyuni

 

Ci sono viaggi che scegli e viaggi che scelgono te. Il Salar de Uyuni era una tappa decisa da una mia compagna di viaggio, non direttamente da me. E ancora oggi la ringrazio per la decisione.

 

Come arrivare ad Uyuni e i preparativi per la partenza

 

Arriviamo ad Uyuni dopo un lungo viaggio su un autobus sgangherato dall’Argentina, dopo una coda eterna a piedi  per attraversare il confine argentino/boliviano.

E’ Agosto, fa molto freddo in quanto è inverno, ma le ferie non si possono fare sempre quando si vuole! In ogni caso i periodi migliori per andare al Salar de Uyuni sono in primavera ed in autunno, quando le temperature sono più confortevoli e le piogge contenute.

Per prima cosa troviamo un ostello dove passare una notte, per acclimatarci ed evitare così il mal di montagna, che colpisce molti turisti. Già, perché Uyuni, base di partenza per visitare il salar più grande del mondo, si trova quasi a 4000 metri di altitudine, proprio sulle Ande boliviane.

 

Uyuni: Strade di Uyuni

Strade di Uyuni

 

Prenotiamo subito l’escursione di 4 giorni al Salar de Uyuni, che si rivelerà un’esperienza indimenticabile. Ci sono diverse agenzie che propongono le escursioni, che possono variare da quella di un giorno solo fino a 4 giorni.

Dopo una notte (in bianco, l’altitudine si faceva sentire) in ostello ad Uyuni, partiamo pronte per ammirare questo immenso lago di sale!

Facciamo subito conoscenza con un simpatico signore che si fa chiamare Tony e che sarà il nostro autista-guida. Lui si occuperà di portare la jeep nei luoghi più suggestivi del salar, ed evitare di perdersi in questa distesa di nulla (sembra scontato, ma se la guida non è competente perdersi è un attimo, visto che non esistono strade ma solo bussole!)

 

Tony e la suav Jeep

Tony e la sua Jeep

Poco dopo arriva Isabel, una donna che sarà con noi nel tour e fornirà “supporto culinario”. Eh sì, perché nella jeep vediamo caricare bombole di gas sul tetto, moltissima acqua, uova, latte, bistecchine da cuocere velocemente e altri generi di sopravvivenza. Scopriremo poi che le notti si passeranno in “ricoveri” basici, dove non è presente corrente elettrica, legna per scaldarsi o acqua corrente!

 

Primo giorno, viaggio verso il Salar de Uyuni.

 

Ci inerpichiamo nelle ripide stradine di montagna, con un sole abbagliante, ingannevole viste le temperature costantemente sotto lo zero!

 

Ande boliviane

Ande boliviane

La prima tappa è in un caratteristico cimitero dei treni, dove vecchie locomotive e vecchi vagoni arrugginiscono in una zona desolata delle Ande.

Continuiamo per diversi chilometri a percorrere le strade di montagna, tra calanchi e cespugli aridi sparsi qua e là, intanto rare persone ci salutano amichevolmente mentre radunano i loro lama al pascolo.

 

Lama in un villaggio andino

Lama in un villaggio andino

Arriviamo nel pomeriggio al Salar de Uyuni, una distesa accecante di sale, dove è obbligatorio l’uso degli occhiali da sole.

La vista è mozzafiato, una distesa grande circa quanto l’Abruzzo completamente ricoperta di sale, senza strade e punti di riferimento.

Migliaia di foto e arriviamo al primo “ricovero” dove Isabel ci prepara delle frittatine e un thè caldo per rinvigorirci.

Dopo una breve partita a carte nello spazio comune, ci immergiamo nel sacco a pelo termico (portato dall’Italia) molto presto (tanto non c’è niente da fare, ed il bello si vede di giorno!)

 

Salar de Uyuni: 4 donne nel nulla

4 donne nel nulla

Secondo giorno, i fenicotteri ed il vulcano Tunupa.

 

La mattina ci sorprende con i suoi -18 gradi. Che teporino! Dopo alcuni chilometri nel sale, ci soffermiamo alla vista di centinaia di fenicotteri rosa nella Laguna Colorada e proseguiamo per il Sol de Manan, dove pozze di fango e geyser attendono i più temerari (bisogna comunque spogliarsi per entrare nella pozza!) che desiderano scaldarsi le ossa con un bagno.

 

Salar de Uyuni: fenicotteri rosa

Fenicotteri rosa

Proseguiamo verso il vulcano Tunupa, un vulcano dormiente che conserva una grande diversità di flora e fauna. Ci raccontano storie (vere) di bambini Inca trovati mummificati dal freddo, offerti in dono agli dei.

 

Salar de Uyuni: vulcano Tunupa

Vulcano Tunupa

Passiamo la notte in un altro “ricovero” in mezzo al nulla.

 

Terzo giorno, hotel di sale nel Salar de Uyuni.

 

Al terzo giorno ci aspetta una colazione da campo che tutti insieme prepariamo alla base della Isla de Pescado. E’ una vera e propria isola in mezzo al sale, dove vive l’unico tipo di vegetazione della zona: i cactus.

La jeep ormai è la nostra casa e giriamo il salar in lungo e in largo, percorrendo molti chilometri.

 

Il nostro mezzo di trasporto

Il nostro mezzo di trasporto

Passiamo l’ultima notte nell’hotel di sale. Non è un hotel convenzionale, si dorme con il sacco a pelo e ovviamente non c’è l’acqua corrente. E’ una costruzione totalmente di sale costruita in mezzo al deserto.

 

Salar de Uyuni: hotel di sale

Hotel di sale

Quarto giorno, rientro ad Uyuni

 

Il quarto giorno tocchiamo i 5000 metri di altitudine e tra una laguna e un geyser lentamente scendiamo a quote più “gestibili”.

Eh sì perchè nelle Ande, quando l’altitudine si fa sentire, è consuetudine masticare foglie di coca, legali in Bolivia per alleviare il “mal d’altura” ed anche noi, come tutti, ne facciamo uso.

La visita al Salar de Uyuni è un viaggio che consiglio vivamente, la considero una di quelle esperienze “diesel”: quando le vivi percepisci solo in parte quello che poi, in realtà, ti rimarrà dentro negli anni.
Come un marchio a fuoco in un deserto di sale.

Leggi anche: soggiornare in un’estancia in Argentina.

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1 commento

Maria Grazia Vinci 30 Dicembre 2020 - 10:03

Il Salar de Uyuni è in assoluto uno dei luoghi più surreali che ho avuto modo di vedere… Che nostalgia di quei tempi, di quando scorrazzavo su e giù per le Ande! Sembra passata una vita e invece sono trascorsi solo un paio d’anni… Spero di poter tornare presto da quelle parti!

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