Benché amanti dei viaggi poco programmati e molto improvvisati siamo persone molto pragmatiche. E’ una delle caratteristiche che ci accomuna.
Così, per ogni scelta importante della nostra vita di coppia ci mettiamo davanti ad un foglio bianco e calcoliamo ponderatamente il da farsi.
Quando nel 2017 abbiamo deciso di allargare la famiglia è stata adottata proprio questa procedura.
Ricordo bene che uno dei punti era “viaggiare, sì o no?” con l’immagine stampata davanti a me di estati in hotel per famiglie tra gelati sciolti tra le dita e palette e secchielli per castelli di sabbia. Un incubo che non augurerei al mio peggior nemico.
Poi abbiamo saputo che viaggiare con un neonato si può, ed è anche facile. Per questo vogliamo condividerlo con voi.
Questo articolo contiene:
Quelli che ti dicono non viaggerai più
Oppure “viaggerai ma non lontano, almeno per i primi tempi”. Balle, i bambini sono flessibili e si adattano agli ambienti molto più di più di quanto si creda. Spesso siamo noi che abbiamo preconcetti su di loro.
Polpetta compiva 2 mesi quando ha fatto il suo primo “on the road” dal Piemonte all’Umbria. Ricordo di panchine utilizzate come fasciatoi per il cambio del pannolino.
Siamo volati poi in Estonia quando Polpetta aveva 4 mesi. Con il latte in polvere nel bagaglio a mano (si può portare se hai un bimbo piccolo), e sebbene l’Estonia non sia affatto “baby friendly” ma anzi ricca di barriere architettoniche ci siamo divertiti un mondo (sì, tutti e tre!)
Perché ne siamo così sicuri? Perché abbiamo scoperto quanto il tuo stato d’animo influisca su quello di tuo figlio. E noi viaggiando siamo incredibilmente felici.
Ancora oggi riguardando le foto e vedendo i sorrisi sdentati, ricordo i momenti, unici ed intimi.
Dopo di allora siamo stati ad Edinburgo, in un road trip nel Canada orientale, a New York, in Camargue, in Provenza ed in decine di week end in giro per l’Italia. Senza mai il benché minimo problema.
Viaggiare con un neonato: prima lo fai e meglio è
Più passa il tempo ed allontanarsi dalla comfort zone casalinga diventa più difficile. Il meccanismo mentale di un neogenitore abbiamo scoperto essere cosa complessa.
Il senso di protezione è forte e la paura che il mondo possa fargli male è lecita.
Il nostro Polpetta, come lo chiamiamo noi, è nato in un caldo Luglio torinese, di venerdì per la precisione. E’ nato in salute e senza problemi per fortuna così il sabato della settimana successiva eravamo già in Liguria insieme ai nonni.
Ad Agosto siamo stati nel sud della Francia ed in Settembre abbiamo fatto il tour dell’Umbria.
Faticoso? Per nulla, solo una buona organizzazione e spirito di adattamento.
Il bagagliaio dell’auto non sarà certo più lo stesso, tra culla, pannolini, salviette, cambi e kit di emergenza. Ma il piacere di viaggiare con Polpetta non ha eguali!
Viaggiare con un neonato costa di più? Solo sopra i 2 anni
Forse non tutti sanno che i voli aerei sono gratuiti (paghi solo le tasse aeroportuali) per i bambini sotto i 2 anni, purché stiano in braccio ad un genitore.
In quasi tutte le compagnie aeree poi, hanno un’attenzione particolare ai bimbi, con giochi, posti speciali ed intrattenimento ad hoc. Tra tutte quelle provate il podio va senz’altro a Emirates, che dedica un’attenzione particolare ad i neonati, con tanto di foto ricordo in omaggio.
Negli hotel poi, se il bimbo dorme insieme a te nel letto, non paga proprio nulla.
Insomma, i costi in più sono davvero irrisori.
Il fuso orario
Prima di fare il primo viaggio oltreoceano con Polpetta (aveva 11 mesi) ero molto spaventata per la gestione del fuso orario. Abbiamo avuto la fortuna di avere un bimbo che da subito dormiva tutta la notte e non volevamo scombussolare questa bella abitudine.
Documentandoci on line leggevamo pareri di esperti che illustravano come i bimbi, proprio grazie alla loro grande plasmabilità, non soffrivano meno del jet lag rispetto agli adulti, che sono più rigidi rispetto ai cambiamenti.
La nostra esperienza conferma la regola! Arrivati infatti a Toronto noi siamo stati come al solito un po’ frastornati per qualche giorno mentre Polpetta aveva subito preso i ritmi canadesi. Anche il successivo viaggio a New York si è ripetuta la stessa dinamica.
Il cibo: la nostra esperienza
Fatta esclusione dei primi viaggi dove ci portavamo la latta di latte in polvere, una volta svezzato Polpetta abbiamo dovuto prendere delle decisioni riguardanti il cibo. Noi facciamo parte di quella categoria di genitori che ama prepararsi tutti gli omogeneizzati fatti in casa, ma ovviamente nel caso di un viaggio era impensabile poter preparare del cibo per Polpetta in itinere.
Così, quando abbiamo viaggiato in Europa, avendo una lunghezza massima di 5 giorni, avevamo riempito il trolley di omogeneizzati confezionati calcolando i pasti (colazioni e merende comprese) che avrebbe dovuto fare. Non cascherà il mondo se per brevi periodi della sua vita mangerà il cibo del supermercato no?!
Per i viaggi oltreoceano abbiamo ritenuto che fosse più opportuno acquistarli in loco, così ci recavamo nei supermercati canadesi o statunitensi ad acquistare i prodotti a nostro avviso più adatti a lui. Se cenavamo o pranzavamo in qualche ristorante (quasi sempre) prendevamo il menù baby che comprendeva quasi sempre verdure, pasta o cotoletta di pollo.
Non vogliamo essere semplicistici, e rimaniamo dell’idea che ogni genitore sappia perfettamente come agire con il proprio figlio.
Il nostro articolo ha l’intento di consigliare che è in dubbio e di sconfessare un po’ chi ti dice “viaggiare con un neonato non va bene!”
Ti è piaciuto l’articolo? Leggi il racconto del viaggio in Canada con Polpetta!